Considerazioni sul Mega Trend “Invecchiamento” 

di Paolo Putzu

La premessa

Silanus, anni 70. Foto Francesco Marcheschi

I Mega Trends, ovvero le variabili socio-economiche, ambientali e tecnologiche che rispecchiano il mutare della demografia, del nostro stile di vita e condizionano gli investimenti, mettono l’aging ai primi posti al pari della sostenibilità ambientale e della tecnologia. L’economia da esso generata, la Silver Economy secondo la definizione di Oxford Economics (L’insieme di tutte le attività economiche dedicate ai bisogni degli over 50 che include prodotti e servizi consumati direttamente e il business così generato), è la terza economia più forte al mondo ed è in continua crescita. In seguito all’attuale pandemia Covid-19, il mega trend Invecchiamento ha registrato un’ulteriore accelerazione, confermando la tendenza dell’ultimo decennio. È considerato un mega trend “secolare”, non passibile di ridimensionamenti a breve-lungo termine, soprattutto se raggruppato con altri a esso strettamente collegati come Healthcare e Robotica.

L’invecchiamento demografico ha un impatto su tutte le componenti della vita quotidiana e su tutte le fasce d’età. Influenza la crescita economica, la sostenibilità di bilancio, la sanità e l’assistenza a lungo termine, il benessere, i rapporti intergenerazionali e la coesione sociale. 

Per favorire lo sviluppo territoriale della regione Sardegna e in particolar modo dei comuni periferici dove l’invecchiamento demografico è particolarmente rilevante, non si può prescindere da approfondite analisi che superino i facili slogan, per proporre azioni mirate finalizzate al benessere bio-psico-socio-economico individuale e collettivo, esteso a tutte le fasce d’età.

La crescente domanda di servizi legata ai bisogni dell’anziano inclusi nella Silver Economy (servizi sanitari, assistenza sociale, nuove tecnologie, turismo, attività ludiche e culturali, prevenzione, residenzialità…) deve essere considerata un poderoso fattore di spinta per l’innovazione tecnologica e sociale, per l’apertura di nuovi mercati e per contrastare lo spopolamento delle periferie, contribuendo allo stesso tempo al miglioramento dei rapporti intergenerazionali e della qualità di vita dell’anziano (successful aging), secondo una reciproca virtuosa influenza. In quest’ottica la terza età non è più vista come un problema ma come risorsa.

In pratica, si propone un netto cambiamento di paradigma (Thomas Kun, 1962 “Cambiare le assunzioni basilari all’interno di una teoria scientifica dominante per creare una modifica degli esiti, una rivoluzione”): investire sull’anziano (e non solo sul giovane) per aiutare il giovane a progredire.

L’analisi

  1. Invecchiamento demografico regionale. Gli ultimi dati disponibili (ISTAT 2020) confermano il progressivo invecchiamento della popolazione della Sardegna tanto che, nell’arco di pochi anni, diventerà la regione più vecchia d’Italia, una delle più longeve al mondo. La struttura di una popolazione viene definita di tipo progressiva, stazionaria o regressiva in base alla percentuale di cittadini giovani rispetto agli anziani (maggiore, equivalente o minore): i dati demografici collocano la Sardegna al primo posto tra le regioni regressive. Negli ultimi vent’anni gli over 65 sono passati dal 16.1% al 24.4% contro una netta riduzione di tutte le altre fasce d’età, in particolare quella tra 0-14 anni che passa da 13.8% a 11.0%.  Pur considerando la perdita di un anno della speranza di vita alla nascita dovuta alla pandemia Covid-19 (Il Sole 24Ore, dic.2020), negli ultimi 20 anni si registra una evidente e progressiva crescita: in Sardegna raggiunge 79,8 anni per l’uomo e 85,1 per la donna. Il dato, associato alla bassa natalità regionale, ha modificato la distribuzione a “piramide” della popolazione per fasce d’età trasformandola nella raffigurazione a “torre”. L’indice di vecchiaia, che rappresenta il grado e la velocità di invecchiamento di una popolazione, determinato dal rapporto percentuale tra gli over 65 e i 0-14enni, è passato da 116.1% del 2002 a 222.2% del 2020, un vero record nazionale che i demografi definiscono il “caso Sardegna”.
  2. Carico sociale e dipendenza economica. L’indice di dipendenza strutturale, ovvero il carico sociale ed economico della popolazione inattiva (0-14enni e over 65enni) rispetto a quella attiva (15-65enni) negli ultimi due decenni è passato da 42.9% a 54.9%; teoricamente ci sono 54.9 individui a carico ogni 100 giovani-adulti.
  3. Stato di salute della popolazione anziana. Negli ultimi decenni si è registrato un miglioramento delle condizioni di salute degli anziani associato a una minore autopercezione della vecchiaia, tanto che la condizione psicofisica e cognitiva di un 75enne di oggi corrisponde, secondo molti studiosi, a quella di un 55-60enne del 1980 (Y Change, 2019). Tuttavia, il fenomeno non riesce a controbilanciare il netto aumento delle patologie croniche-degenerative età correlate, soprattutto quelle disabilitanti (Global Burden Disease. The Lancet 2020). La Sardegna è in linea con i dati dei paesi occidentali ma, presentando una più alta velocità di invecchiamento, nell’arco di pochi anni registrerà un carico di disabilità maggiore. Già attualmente (2019), secondo l’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane, le malattie croniche hanno interessato quasi il 40% della popolazione e la Sardegna si trova ai primi posti per patologie come osteoartrosi, diabete, polipatologia e disabilità. In pratica, il veloce aumento della longevità della popolazione sarda, in mancanza di interventi radicali, porterà un progressivo innalzamento degli anni vissuti in disabilità o generalmente in cattiva salute.
  4. Solitudine. Strettamente legata all’invecchiamento è la solitudine vissuta come deprivazione relazionale (non la beata solitudine, ricercata perché fonte di serenità). Un terzo delle famiglie sarde è monocomponente e la stragrande maggioranza è rappresentata da single over75enni. Da alcuni decenni la ricerca scientifica ha dimostrato con certezza come la solitudine generi patologie cognitive, psichiche (depressione e ansia), fisiche (obesità, diabete, tumori, osteoartrosi, malattie cardiovascolari), dipendenze (alcool, fumo), azioni suicidarie, oltre a ridurre la durata e la qualità di vita (di solitudine si muore).
  5. Spesa sociale e sanitaria. Attualmente si stima che in Italia si spendano complessivamente 66,7 miliardi per la cronicità; stando alle proiezioni effettuate sulla base degli scenari demografici futuri elaborati dall’ISTAT e ipotizzando una prevalenza stabile nelle diverse classi di età, nel 2028 la spesa sfiorerà i 71 miliardi di euro. Pur non disponendo di dati regionali, è innegabile che la Sardegna rispetto alle altre regioni si troverà maggiormente gravata dall’aumento della spesa sanitaria e sociale.
  6. Longevità estrema e i centenari. In Italia sono triplicati negli ultimi 20 anni passando da 5.233 nel 2001 a 14.804 nel 2020. La Sardegna, con 458 centenari nel 2020, e in particolare l’Ogliastra con oltre 5 per 10.000 abitanti, è ai primi posti come percentuale di ultracentenari, tanto che quest’ultima è stata inserita nelle 5 aree del pianeta dove è più rappresentata la longevità estrema (Blue Zones, insieme a Nicoya in Costa Rica, l’isola di Ikaria in Grecia, Okinawa in Giappone e il villaggio di Loma Linda in California del sud). Pur non rappresentando una criticità si segnala la mancata ricaduta sul territorio regionale, in termini di sviluppo economico e sociale, del fenomeno “centenari”: i connotati positivi e potenzialmente attrattivi, per l’inadeguata divulgazione dell’importante dato demografico, non sono sufficientemente utilizzati.
  7. Riduzione della popolazione. L’ultimo censimento (2019) ha evidenziato in Sardegna una perdita di 27.000 abitanti negli ultimi 8 anni soprattutto dei paesi interni dove si registra un più accentuato spopolamento con un aumento percentuale delle fasce d’età più avanzate. La Sardegna evidenzia la più bassa natalità nazionale (1.1 figlio per donna), ben al di sotto dell’indice di sostituzione (2 figli per donna)
  8. Scarsa alfabetizzazione digitale nella età senile. La didattica a distanza e altre forme di comunicazione via web imposte dalla pandemia hanno dato grande impulso alla diffusione dei contatti telematici tra i giovani-adulti (studenti e lavoratori). I dati forniti da Audiweb (agenzia di monitoraggio e utilizzo del web) registrano un progressivo aumento di interesse per Internet da parte degli anziani, molto più lento rispetto alle altre fasce d’età, accentuando il distanziamento intergenerazionale. Il 16° Rapporto Censis sulla comunicazione (I Media e la Costruzione dell’Identità, febbraio 2020) segnala una utilizzazione di Internet del 90,3% nella fascia d’età 14-29 anni contro il 42,2% negli over 65, con distanze nettamente superiori per i social e Youtube. Le diseguaglianze digitali sono state particolarmente marcate nelle comunità rurali.

Le problematicità (la prognosi, nel perdurare dello status quo)

  1. Peggioramento del benessere bio-psico-socio-ambientale della popolazione in età senile e pre-senile con aumento degli anni di vita in disabilità. 
  2. Collasso del bilancio economico regionale per l’insostenibile aumento della spesa sanitaria e sociale
  3. Accentuazione di diverse forme di ageismo (discriminazione nei confronti dell’anziano) e nascita di un nuovo “rancore intergenerazionale” già segnalato negli ultimi mesi (Osservatorio Censis-Tendercapital, 20/06/2020) 
  4. Ulteriore spopolamento dei borghi periferici 
  5. Divario digitale.

 

Le azioni

La filosofia: l’invecchiamento da problema a risorsa; dalla disabilità al benessere; dalla solitudine alle relazioni intergenerazionali; dall’abbandono (spopolamento) all’attrazione (riabitare) e allo sviluppo del territorio.

Nella proposta non sono considerati i diversi servizi di base socio-sanitari e ludici che, se resi efficaci, contribuiscono allo sviluppo economico del territorio e migliorano la qualità della vita. 

Si ritiene che una buona organizzazione e integrazione socio-sanitaria basata sulle nuove tecnologie e competenze non rappresenti un maggior costo totale in termini economici e generi benessere rispetto a servizi disorganizzati e frammentari.

  1. Educazione/accompagnamento al buon invecchiamento e prevenzione della disabilità (Geragogia) con l’obiettivo di migliorare il benessere globale dell’anziano residente e attrarre i non residenti. La promozione dell’invecchiamento in buona salute (in presenza, virtuale, con strumenti multimediali) deve basarsi su un approccio multidominio e non settoriale. Rappresenta lo strumento essenziale di prevenzione per contenere il futuro aumento della spesa socio-sanitaria età-correlata e per generare traiettorie di vita con assenza o ridotta disabilità. La cultura al buon invecchiamento deve essere appresa sin dalla giovane età (apprendimento permanente), attraverso tecnologie digitali sicure, giochi, piattaforme di apprendimento, app e specifici programmi scolastici.
  2. Nuove tecnologie e telemedicina multidimensionale (integrazione tra sanitario e sociale).
  3. Turismo geriatrico dedicato all’età presenile e senile (gestito da nuove imprese giovanili)
  4. Turismo protesico dedicato a malati di patologie ad alto impatto emotivo e sociale e ai loro familiari.
  5. Caffè intergenerazionali (integrazione tra generazioni, contrasto alla solitudine e al deterioramento cognitivo, alfabetizzazione digitale per la terza età)
  6. Imprenditorialità silver e politica di coesione economica intergenerazionale.  Impresa sociale. Economia sociale e solidale (ESS).
  7. Nuove figure professionali (gli animatori cognitivi).
  8. Memoria, storie, mestieri (in presenza e con strumenti multimediali). Progetto “nostalgia”, da sentimento negativo a strumento terapeutico
  9. Tecnologia al servizio delle funzioni cognitive (videogiochi visuo-spaziali, futura utilizzazione del “GPT-3” Generative Pre-training Transformer 3 per il supporto mnesico)
  10. Centenari e ambiente, attrazione per nuove residenzialità. Approfondire, attraverso un’analisi multidominio, le diverse variabili che predispongono alla longevità in buona salute per rendere più sostenibile e con maggiori ricadute il fenomeno dei centenari sardi (dallo studio AKEntAnnos 1999 all’Osservatoriosenile 2018). 

La qualità della vita è spesso considerata migliore nelle zone rurali che nelle città. La vicinanza alla natura, l’aria pulita, il senso di comunità e la presenza di alloggi meno costosi costituiscono un elemento di attrazione per la popolazione urbana. Se sono presenti infrastrutture di base, mezzi di trasporto e condizioni propizie all’attività economica sufficienti, la vita in tali regioni può attirare sia le persone in età lavorativa sia la popolazione che invecchia (Libro Verde sull’Invecchiamento Demografico, Commissione Europea, 27/01/2021)

Letture consigliate

  1. ONU. Prima Assemblea Mondiale sull’Invecchiamento. Vienna, 26 luglio–6 Agosto 1982. https://www.un.org/en/conferences/ageing/vienna1982
  2. ONU. Seconda Assemblea Mondiale sull’Invecchiamento. Costruire una Società per Tutte le Età. Madrid, 8–12 Aprile 2002.  https://www.un.org/en/conferences/ageing/madrid2002
  3. World Health Organization: Ageing and Health Programme “Exploding the myths” 1999 http://apps.who.int/iris/bitstream/handle/10665/66330/WHO_HSC_AHE_99.1.pdf;jsessionid=7A231D6D6BFBD4CA8F820FF22704203E?sequence=1
  4. AKEntAnnos. The Sardinia Study of Extreme Longevity. Aging, 1999 Jun;11(3):142-9 Deiana L, Ferrucci L, Pes GM, Carru C, Delitala G, Ganau A, Mariotti S, Nieddu A, Pettinato S, Putzu P, Franceschi C, Baggio G.
  5. “Invecchiamento attivo: progetti e slogan” P.F. Putzu, Psicogeriatria n°3-2015, pag.26
  6. Progetto Osservatorio Senile, 2018  http://www.osservatoriosenile.it/
  7. “L’invecchiamento dell’adulto-anziano sempre connesso” P.F. Putzu, Psicogeriatria n°3-2019, pag.2
  8. 16° Rapporto Censis sulla comunicazione (I Media e la Costruzione dell’Identità, febbraio 2020) https://www.censis.it/comunicazione/16%C2%B0-rapporto-censis-sulla-comunicazione
  9. “Aumentare le opportunità dei giovani nelle zone rurali e remote” Gazzetta Ufficiale Unione Europea del 09/06/2020 https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX:52020XG0609(01)
  10. Osservatorio Censis-Tendercapital: “La Silver Economy nella società post Covid-19” (20/06/2020) https://tendercapital.com/osservatorio-censis-tendercapital-la-silver-economy-nella-societa-post-covid-19/
  11. Libro Verde sull’Invecchiamento Demografico, Commissione Europea, 27/01/2021)https://ec.europa.eu/info/sites/default/files/com_2021_50_f1_green_paper_it.pdf
  12. Turismo e cultura 4.0 nel Recovery Plan: dalla rigenerazione dei borghi ai grandi attrattori culturali (27/04/2021) https://www.fasi.biz/it/notizie/approfondimenti/23052-turismo-cultura-4-0-recovery-plan.html
  13. Piano Nazionale Ripresa e Resilienza Next Generation Italia (2021) https://www.governo.it/sites/governo.it/files/PNRR_0.pdf